sabato 22 agosto 2020

Un letto per due e i libri che ti stupiscono

 

 
 
 
Ho scoperto questo romanzo per caso, in uno dei tanti post di Instagram che leggo ogni giorno alla ricerca di nuovi modi per spendere i miei soldi. La trama mi ha incuriosita a tal punto da cercarlo subito e cominciare a leggere dopo poche ore.
 
Tiffy è giovane, ma una cosa le è ben chiara: con lo stipendio da fame che guadagna come junior editor di una casa editrice specializzata in bricolage, trovare una casa a Londra è quasi impossibile. Significherebbe accontentarsi di vivere in una sudicia topaia. Oppure rispondere a quello strano annuncio trovato su internet e andare a vivere in una casa normale, con un solo letto da dividere con un infermiere che lavora di notte e dorme di giorno, quando lei è a lavoro. Dopo aver vagliato ogni opzione, tra cui quella per cui lui sarebbe potuto essere una specie di serial killer, Tiffy decide che dividere il letto e la casa con uno che non ha mai visto e che mai incrocerà è meglio che vivere in mezzo ai topi. Anche perché il suo fidanzato, Justin, l'ha di nuovo lasciata, e questa volta sembra anche abbastanza definitivo, quindi deve trovare per forza un'altra sistemazione.  Vivere con qualcuno senza mai incontrarsi è strano, ma per fortuna ci sono i post it, con cui lei e Leon possono aggiornarsi sulla spesa, il cibo in frigo e - beh, almeno Tiffy lo fa - le loro vite.

Ho voluto raccontarvi la trama di questo romanzo per essere sicura che abbiate la mia stessa impressione: una commedia romantica, buffa, carina l'idea dei post it, tanto sicuramente si innamoreranno in mezzo a tutto quell'uso di carta non riciclata.
Avete pensato tutto questo? Bene, ora andate a leggere il libro.

Vi troverete davanti a un romanzo molto profondo, con storie che si intrecciano dietro alla trama principale.
Un romanzo ben costruito, raccontato a due voci - una volta tanto, davvero diverse tra di loro! - che mostrano e nascondono i problemi dietro alla monotonia della vita di tutti i giorni.
Avete preso in mano una lettura leggera per scappare dallo sconforto post-vacanze e vi ritrovate a leggere una storia che parla di violenza psicologica, bisogno di fiducia, ricatti emotivi e - soprattutto - amicizia. Il tutto in modo assolutamente delicato.

L'ho trovato, al di là della scrittura perfetta e frizzante, un romanzo molto utile: un catalogo di piccoli dettagli sbagliati di una relazione che potrebbe far risuonare qualche campanello d'allarme tra i suoi lettori. Io, per sempio, sono stata ben felice di rendermi conto che il mio ragazzo non figura minimamente tra i comportamenti negativi sfoggiati tra queste pagine. Anzi, è stato quasi dolce vedere quanto assomigliasse a Leon, in tutti i suoi piccoli gesti.

Un romanzo che sono sicura mi capiterà di regalare a qualcuno, negli anni a venire.
Forse uno dei migliori romanzi d'amore letti finora.
Non vedo l'ora di leggere qualcos'altro di quest'autrice che con un solo romanzo è riuscita a scalare tutte le mie classifiche personali.

lunedì 25 maggio 2020

Magic - Legend - Dark e tutte le cose che mi mancheranno



Kell è uno degli ultimi maghi rimasti della specie degli Antari ed è capace di viaggiare tra universi paralleli e diverse versioni della stessa città: Londra. Ci sono infatti la Rossa, la Bianca, la Grigia e la Nera, dove accadono cose diverse in epoche differenti. Kell è cresciuto ad Arnes, nella Londra Rossa, e ufficialmente è un ambasciatore al servizio dell'Impero Maresh, in viaggio alla corte di Giorgio iii nella Londra Bianca, la più noiosa delle versioni di Londra, quella senza alcuna magia. Kell in verità è un fuorilegge: aiuta illegalmente le persone a vedere anche solo piccoli scorci di realtà che non potrebbero mai vedere. Si tratta di un hobby molto rischioso, però, e adesso Kell comincia a rendersene conto. Dopo un'operazione di trasporto illegale andata storta, Kell fugge nella Londra Grigia e si imbatte in Delilah, una strana ragazza che prima lo deruba, poi lo salva da un nemico mortale e infine lo costringe a seguirla in una nuova avventura. Ma la magia è un gioco pericoloso e se si vuole continuare a giocare prima di tutto bisogna imparare a sopravvivere...

Inizierei questo post con una precisazione: questo post contiene SPOILER
Se siete arrivati fin qui attraverso Instagram, sapete già quanta fatica io abbia fatto a trattenermi per evitare un eccesso di fangirling che sarebbe comunque stato pienamente meritato.
Una delle poche trilogie fantasy che ho davvero apprezzato in questi ultimi anni è finita e adesso non ci sarà più nessun libro da aspettare. Nessun libro in cui sperare che Rhy non finisca male di nuovo o che Kell non faccia qualcosa di stupido.
Spero di dimenticarmi buona parte della trama in poco tempo, in modo da poter ricominciare da capo.

Ma veniamo a noi: ho cominciato Dark, l'ultimo volume della saga, il primo marzo. Non eravamo ancora chiusi in casa, quindi io comincio tutta tranquilla la lettura di questo ultimo pezzo di universo.
Poi arriva la quarantena, e io smetto di leggere.
Smetto di leggere in generale, perché sento come se non riuscissi più a dare uno spazio alla lettura, e smetto di leggere in particolare questo libro perché l'ultimo villain mi ha fatto salire un'ansia che se mai mi fosse venuto in mente di ricominciare a leggere, subito avrei trovato qualcos'altro da fare.
Un villain degno di questo nome, quindi.
Grazie, Victoria.

Le cose che più ho apprezzato di questi libri sono:
  • Delilah Bard. Finalmente una protagonista femminile che mi sta simpatica nonostante sia un po' una faccio tutto io. Credo di essermi innamorata subito di lei per il suo caratterino un po' arrogante, tipico di tutti gli uomini che mi piacciono - sulla carta. Dal vivo non li sopporto. Delilah: sei riuscita a starmi simpatica sempre, tranne per una decina di pagine nel terzo. Ma è passata. Brava ragazza.
  • Kell. Se non fosse assurdo chiamerei così mio figlio. Ma visto che è assurdo, mi limiterò a chiamare come te ogni singolo personaggio che si muove nelle storie che mi racconto nella mia testa per passare il tempo.
  • Rhy e Alucard. Siete così carini che alla fine di tutto non riuscivo a ragionare e tifavo solo per voi due, anche se il mondo stava andando a pezzi e c'erano cose più importanti su cui concentrarsi.
  • Holland. La bravura di uno scrittore è generare in te sentimenti contrastanti. Con te li ho passati tutti, ho imparato dei nuovo aggettivi pur di sincerarmi di fare il giro completo. Tu sei stato la sorpresa più bella.
C'è un concetto, nascosto nel terzo libro, che porterò con me per sempre, visto che è una delle mie massime di vita in generale: il fatto che la famiglia sia quella che ti accoglie, non necessariamente quella che ti mette al mondo.
E Victoria Schwab ce lo dice in un modo così delicato che si rischia quasi di passare avanti senza guardare, presi dal racconto. Ma è il messaggio più bello che si possa desiderare da un libro. Perché non importa quale sia la tua storia, questo è valido sempre.

Se vi capitano tra le mani, leggete questi libri.
Meritano davvero.

 

venerdì 15 maggio 2020

Libri e pepe rosa

Buongiorno, lettori!
Se vi trovate qui è probabilmente perché ci siete arrivati dal mio profilo Instagram, dove ho trovato un luogo molto confortevole per parlare di libri e chiacchierare di ciò che mi piace.
Ho deciso di provare ad aprire un blog ad esso associato, per potermi dilungare sulle opere o sugli autori che preferisco, sperando di riuscire ad essere costante anche qui (anche se ne dubito, il mio passato da blogger ne è la prova).
Come mi è già capitato di raccontare, adoro scrivere, i libri sono sempre stati una costante nella mia vita. Da sempre, nel tentativo di addormentarmi cercando di non pensare alle cose che mi danno preoccupazioni, prima di dormire mi diverto a creare storie nella mia testa, in cui i personaggi si muovono liberamente, in un certo senso sfogando le emozioni che io ho dovuto contenere durante la giornata.
Tuttavia, non ho mai pensato di scrivere un libro, anzi ammiro molto chi ci riesce.
Sono sempre stata una persona timida, di facili entusiasmi ma con scarsa autostima.
Per questo ho sempre preferito stare al di qua della carta stampata - e devo dire che non si sta affatto male.
Non vi nascondo che questa è più o meno la ragione per cui fatico a criticare pubblicamente un libro o un film: dietro c'è sempre tanto impegno, un impegno che io non riuscirei mai a far confluire in qualcosa che si trasformi in un romanzo. 
Quando un libro mi annoia, o non mi convince la sua prosa, mi limito ad abbandonarlo, a chiacchierare con i miei amici se proprio sento di dover necessariamente dire qualcosa.
Quindi, facciamo largo ai libri belli: c'è così tanto di cui parlare!

In questo blog cercherò di inserire anche delle recensioni che avevo abbandonato sui miei precedenti tentativi di blogging, cercando così di tenere tutto insieme!

A presto allora,
non vedo l'ora di chiacchierare ancora con voi.

Yona

P.S.: Ne approfitto per raccontarvi come mai ho deciso di chiamare il mio profilo ig @libriepeperosa.
Il pepe rosa, talvolta utilizzato in cucina, è una bacca che non appartiene affatto alla pianta del pepe, ne ha solo l'aspetto simile. Per questo mi ha sempre affascinata: anche noi, in fondo, siamo diversi da quello che sembriamo e speriamo sempre che qualcuno abbia la pazienza e il tempo necessario per scoprirci davvero.